Adsl-free blog

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Saturday, December 03, 2005

ADSL italiana sotto processo

Troppo difficile attivare un'ADSL in Italia: scoppia il caso e finisce in tribunale. Vittoria parziale di Tele2 ed Eutelia contro Telecom Italia. Diversi i procedimenti ancora in ballo. Migliorerà il servizio agli utenti?


Disdetta voce e disdetta ADSL (pagina 2 di 3)

Se l'ADSL trovata già attiva sulla linea non è stata mai "effettivamente" usata dagli utenti (il che proverebbe che è stata attivata senza il loro pieno consenso o consapevolezza), Telecom deve eliminarla di default per fare posto alla nuova, richiesta dai clienti di Tele2. Chissà se questa ordinanza poi risolverà anche i problemi degli utenti di altri operatori: forse è il primo passo nella giusta direzione.

Anche uno dei punti del ricorso di Eutelia contro Telecom riguardava il problema delle attivazioni; non è stato però accolto, perché, secondo il giudice, non sono state presentate sufficienti prove. Invece, è stato accolto un altro punto del ricorso di Eutelia: riguarda la prassi, seguita da Telecom, di eliminare l'ADSL degli utenti che hanno ISDN e che hanno disdetto la linea voce. Il problema, nello specifico, si è posto con gli utenti del VoIP di Eutelia, che ne hanno attivato l'ADSL su doppino aggiuntivo, poiché avevano una linea ISDN. Poi, trovandosi bene con il VoIP, hanno deciso di disdire la linea di Telecom (per risparmiare sul canone) e di telefonare solo tramite l'ADSL Eutelia. Brutta sorpresa li ha colti: Telecom ha disdetto di autorità anche la loro ADSL.

È una prassi che applica anche con gli altri operatori (eccetto nei casi di utenti dotati di ADSL in unbundling shared access, come già scritto). Se l'ADSL è attiva sulla linea voce che l'utente disdice, c'è una ragione tecnica per cui Telecom debba eliminare la prima insieme alla seconda. Se invece l'ADSL è su un doppino aggiuntivo (come capita quando l'utente ha una linea voce ISDN), la ragione tecnica non sussiste. Linea voce disdetta e ADSL sono infatti su doppini separati.

AIIP, associazione dei principali provider italiani, da mesi si lamentava del fatto che Telecom tagliasse l'ADSL insieme all'ISDN. Per la prima volta, c'è adesso un giudice che dà ragione a un provider, a riguardo. Commenta, a Punto Informatico, Giovanni De Stefano, direttore generale di Eutelia: "siamo soddisfatti che un organo di giustizia ordinaria abbia riconosciuto un diritto fondamentale degli operatori alternativi per lo sviluppo della banda larga e ora ci auguriamo nel futuro che questo tipo di tutela sia ricercata sempre più dalle autorità preposte". Chiaro riferimento all'Agcom, che su questa e altre questioni ora affrontate dai tribunali ha mancato di fare sentire la propria voce. Adesso però è possibile che l'ordinanza favorevole a Eutelia faciliti la vita anche degli altri operatori, che hanno utenti ADSL su doppini aggiuntivi.

Quelle di questi giorni sono tutte ordinanze immediatamente esecutive. Telecom Italia ha comunque la facoltà di impugnarle e di fare un reclamo, che eventualmente sarebbe discusso in una nuova udienza dalla Corte di Appello di Milano in riunione collegiale. Telecom non ha fatto sapere se sporgerà reclamo. Comunica però che, per il caso delle ADSL su doppino aggiuntivo, la parola in realtà spetta adesso all'Agcom. Sta ancora valutando una proposta di Telecom Italia di applicare a queste offerte un canone addizionale.

Nei prossimi giorni ci sarà anche il cosiddetto "giudizio di merito", per i ricorsi vinti da Tele2 e da Eutelia. Qui la Corte dovrà giudicare l'ammontare del risarcimento danni richiesto dalla parte lesa.

Altre udienze di questo tipo (articolo 287/900) sono previste per i prossimi giorni. Il 22 novembre ce ne saranno due, presso la Corte di Appello di Milano: un altro ricorso di Tele2 contro Telecom, relativo alla promozione in corso su Alice Free (definita anticoncorrenziale dagli operatori alternativi), e il reclamo di Telecom contro un ricorso vinto da Tele2 a fine settembre. Quest'ultimo riguardava i prezzi all'ingrosso delle ADSL a consumo. Telecom ha stabilito che gli operatori, per ogni utente con Adsl a consumo, debbano pagare all'ingrosso un canone minimo corrispondente a cinque ore al mese di connessione. Già: anche se l'utente non si connetteva mai, gli operatori dovevano pagare almeno cinque ore a Telecom. Una decisione che Tele2 e la Corte di Appello di Milano, nel ricorso, hanno giudicato anticoncorrenziale. La maggior parte degli utenti ADSL a consumo, dice Tele2, fa meno di cinque ore al mese. Tele2 ha già chiesto, dopo aver vinto il ricorso, "diversi milioni" di risarcimento danni.

Nelle prossime settimane ci sarà anche l'udienza per il ricorso di Tiscali contro Telecom, sulla questione dell'override, come già raccontato: si tratta ancora di problemi di attivazione ADSL. Una questione cruciale per lo sviluppo del mercato. Rallentare o impedire le attivazioni delle ADSL dei concorrenti sarebbe - questa l'accusa - una strategia di difesa molto utile a chi, come Telecom, ha la quota dominante (circa il 72 per cento delle ADSL attive è marchiato Alice).


da punto-inforMATICO.IT

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